La campagna “Libertà di voto” del 2018: abbiamo portato l’Italia alla Corte europea dei diritti dell’uomo
Questo sito nasce in occasione delle elezioni politiche del 2018 come strumento di una campagna per:
Con una classica azione di civic hacking, nel 2018 abbiamo creato un’applicazione tecnologica che permette agli elettori di scoprire quali erano i candidati del loro collegio e chi avrebbero contribuito a eleggere nel collegio uninominale “a loro insaputa”. Non lo facevano le istituzioni né i mass media, così ci siamo autofinanziati, abbiamo mappato i nuovi collegi, creato il software, incrociato i dati e siamo stati cosi gli unici ad offrire informazioni essenziali.
E’ stato subito un successo di interesse e partecipazione.
Ben 70.000 utenti diversi hanno fatto accesso al sito nei 5 giorni precedenti la data del voto, effettuando 150.000 interrogazioni sulla app per conoscere chi era il loro candidato del collegio uninominale. Le richieste hanno interessato cittadini provenienti da 5427 comuni su 7954, corrispondenti al 68% dei comuni italiani.
Il giorno delle elezioni, poi, centinaia di cittadini hanno verbalizzato dichiarazioni ai seggi, come da loro diritto, contro le violazioni alla libertà di voto causate dalla legge elettorale. In particolare dalla mancanza del voto disgiunto, che costringe chi vota un partito al proporzionale di non poter decidere chi votare per il collegio uninominale.
L’iniziativa è stata assolutamente trasversale a tutti gli schieramenti politici ed è stata ripetuta alle elezioni del 2022.
Queste dichiarazioni hanno costituito la base per un ricorso alla Corte Europea Dei diritti dell’Uomo, ideato da Mario Staderini e redatto con l’aiuto del professore di diritto internazionale Antonio Bultrini.
Il ricorso ha portato all’apertura di un procedimento della Corte (Staderini e altri contro Italia) per tre violazioni:
Il ricorso è stato comunicato dalla Corte al Governo il 1° febbraio 2024, ad un solo anno dalla sua introduzione, il che sembra indicare un esame prioritario da parte della Corte in base alla sua “Priority Policy”
In caso di condanna per l'Italia, il Parlamento dovrà cambiare legge elettorale, per garantire il rispetto della libertà di voto e dei diritti degli elettori.